Otto ragazzi dell’istituto Carlo
Rosselli al lavoro nella società di Gregorio Fogliani, leader nei ticket
di Massimiliano Lussana
Parlando di ristorazione,
l’aggettivo «buono» dovrebbe essere il migliore a disposizione. L’altra sera, alla
chiusura della campagna elettorale del centrodestra al Moody, ad esempio, le
patate al forno lo meritavano tutto. Mentre tutti festeggiavano Marco Bucci, in
un angolino, il patron del locale portafortuna del centrodestra (qui Giovanni Toti
pose l’ultimo tassello della sua cavalcata vincente nel 2015), osservava
sornione, con il suo sguardo distaccato da personaggio di un film a stelle e
strisce, un caratterista di quelli che poi vincono l’Oscar per il migliore attore
non protagonista, piluccando proprio quelle patatine in compagnia di divine
creature, in splendida forma e in splendide forme.
Il tutto accadeva mentre,
all’esterno, la visione del look di Elena Ballerini, showgirl di Loano,
appassionatissima di politica, mascotte del centrodestra e soprattutto
politicamente molto più preparata della media degli attuali gruppi parlamentari
della coalizione, metteva a rischio le coronarie dei più deboli.
Oppure, per Gregorio Fogliani l’aggettivo «buono» è
il core business della sua Fondazione, abbinato alla parola pasto: dal buono pasto
al «pasto buono» il suo è un progetto contro gli sprechi alimentari, che ha già
permesso di offrire 800mila pasti a chi aveva fame e ha come obiettivo il
milione.